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RONDISSONE. Rapina alla Unicredit, caccia ai banditi


RONDISSONE. Incidente con 4 feriti all’ingresso del paese

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Un’ambulanza del Soccorso di Base dell’Anpas di Verolengo ha soccorso i 4 feriti lievi coinvolti in un incidente avvenuto oggi, poco prima delle 15, sul cavalcavia dell’autostrada lungo la ex Regionale 11. Sulla dinamica stanno lavorando i carabinieri della Compagnia di Chivasso. La medicalizzata non è rimasta coinvolta nel sinistro, come precedentemente segnalatoci.

 

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RONDISSONE. “Ma la trasparenza?”

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Ma la trasparenza, dov’è?”. Sembra ormai il ritornello stonato di una canzone famosa quello intonato dai rondissonesi Barbara Squillace, Giuseppe Tosetto e Rocco Perrone, membri del Comitato civico per la difesa dell’acqua ed ora impegnati contro il futuro impianto di biometano e compost. Accettato all’unanimità sia dalla maggioranza che dai consiglieri di minoranza, verrà costruito vicino all’acquedotto comunale, al confine con Mazzè, e brucerà rifiuti organici, producendo 3 mila tonnellate all’anno di biogas. Il 4 gennaio scorso, i tre cittadini hanno protocollato in Comune la richiesta per ottenere le copie della convocazione della Commissione ambiente in cui è stato dato l’ok alla costruzione dell’impianto e dei verbali redatti all’interno. Sempre in quell’occasione hanno chiesto all’amministrazione di “avvisare la cittadinanza di Rondissone quando il progetto sarà depositato in Città Metropolitana, rispettando così il diritto dei cittadini all’informazione ambientale e alla trasparenza amministrativa”.

È passato un mese e ancora non abbiamo ricevuto nessun documento da parte dei nostri amministratori– inforcano Squillace, Perrone e Tosetto-. Abbiamo richiesto i verbali perché crediamo sia importante essere informati su una questione importante che riguarda il nostro territorio e ancor di più se si di mezzo ci va la nostra salute. Il modo in cui sono stati presi gli accordi con la ditta è stato scorretto. Hanno fatto tutto sotto il periodo di Natale e di nascosto dai cittadini. Ci hanno avvisati solo quando i giochi erano ormai fatti”. “I termini per la consegna di quello che abbiamo richiesto stanno scadendo– continuano- e solo adesso ci vengono a dire che nella richiesta erano necessarie le firme di tutti. Sabato mattina abbiamo dovuto protocollare ancora tutto e ci hanno espressamente specificato che il termine dei 30 giorni era praticamente ripartito da zero”. Adesso per avere qualche foglio “messo in croce” bisognerà aspettare marzo. “Ma noi non molliamo– concludono-. Se non ci faranno avere quei documenti andremo dritti in Procura”.

 

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RONDISSONE. Tredicenne morto nel cantiere. Al via il processo per omicidio colposo

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E’ cominciato giovedì mattina, davanti al giudice Ombretta Vanini, il processo per omicidio colposo a carico di Diego e Roberto Giorgini, classe 1929 e 1963, padre e figlio, rispettivamente presidente ed amministratore delegato della Cei Costruzioni spa, la ditta titolare del cantiere dismesso, nel Comune di Rondissone, in cui perse la vita Davide Giovannini, ragazzino di soli 13 anni. Era il 10 ottobre del 2013.
Davide era entrato con alcuni amici, per gioco, dopo aver divelto una modesta recinzione di plastica, in quel cantiere abbandonato in via Giovanni Pascoli, nella periferia del paese, dove negli anni Settanta l’azienda aveva costruito una palazzina di quattro piani, destinata, secondo i progetti di allora, a diventare un albergo, ma andata invece in rovina. Perso l’equilibrio tra quei travi e mattoni, era caduto da un’altezza di circa due metri. Battuta la testa era riuscito ancora ad alzarsi, ad uscire fuori e mettersi in sella alla bicicletta. Ma era stata la speranza di un attimo. Pochi secondi dopo era barcollato e caduto, esanime, a terra.
In un primo tempo gli amici, scossi dal grave incidente, e timorosi dei rimproveri dei genitori, avevano omesso una parte della storia, raccontando soltanto che Davide era caduto dalla bici. Ma il medico legale si era accorto subito che le ferite sul corpo del giovane non potevano essere compatibili con quella versione ma determinate da un trauma più grave.
Secondo la Procura di Ivrea, la messa in sicurezza del cantiere non era adeguata, accessibile da chiunque. Per questo, difesi dall’avvocato Ezio Audisio del Foro di Torino i Giorgini devono anche rispondere di violazioni rispetto alle normative di sicurezza, definite dal decreto legislativo del 2008.
Nell’udienza lampo di giovedì. Le parti hanno prodotto le liste testimoniali e il processo è stato rinviato al 26 settembre. Il calendario prevede di sentire i testimoni dell’accusa. Poi, il 10 ottobre, sarà il turno delle parti civili e dei consulenti. Ed il 7 novembre sarà pronunciata la sentenza.

 

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Calcio. Terza Categoria. La Rondinese ne fa tre al Locana

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La Rondinese vince lo scontro diretto con il Locana.La squadra di mister Visturino gioca un’ottima gara mettendo in ghiaccio il punteggio nella prima frazione grazie alle reti di Musarra e Abatista. Nella riprsa chiude i conti Merenda.
LA RONDINESE-LOCANA 3-0
Marcatori: pt 20’ Musarra, 46’ R. Abatista; st 48’ Merenda.
La Rondinese: P. Visturino, Vitale (23’ st Scarfato), Crosa, Pesce, R. Abatista, Colognato (25’ st Piroddi), Facci, Casagrande (1’ st Gavazza), Musarra (35’ st Kastrati), G. Abatista, Fornari (13’ st Merenda). All. C. Visturino.
Locana: Pagliotti, Roscio, Caterino, Mazzaschi, A. Tomasi Delo, M. Tomasi Delo, Sola, Laboroi (25’ st Tarrolucia), C. Tomasi, Bosio, F. Gianotti. A disp. R. Gianotti, Vona, Marco, Foti. All. Cattarello.

 

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RONDISSONE. Corriere arrestato dalla Polizia Stradale con 90 chili di hashish

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L'hashish sequestrata dalla Polizia Stradale di Chivasso

Trasportava 90 chili di hashish in auto. Un corriere è stato arrestato, ieri pomeriggio, dalla Polizia Stradale della sottosezione di Chivasso a Rondissone, ad un posto di blocco organizzato nei pressi della barriera dell’autostradale Torino-Milano. In carcere a Ivrea è finito Adil Lelil, cittadino marocchino di 30 anni residente a Rezzago (Como). Viaggiava a bordo di un Suv, una Hynday Santafè intestata ad un connazionale. Nel baule posteriore, custoditi in tre cartoni, c’erano 178 panetti da mezzo chilo di hashish ciascuno più uno da un chilo. Era diretto in Lombardia ed è probabile che la sostanza stupefacente fosse diretta sulla piazza milanese.

 

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Calcio. Terza Categoria. La Rondinese c’è e vede i playoff

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Grande prova de La Rondinese che supera 2-0 il San Grato Ivrea e si rilancia in chiave playoff. Dopo un primo tempo equilibrato i biancoazzurri esplodono nella ripresa e mandano al tappeto gli eporediesi con le reti di Merenda e Gianluca Abatista.

LA RONDINESE-SAN GRATO IVREA 2-0
Marcatore: st 20’ Merenda, 32’ G. Abatista.
La Rondinese: Visturino, Vitale, Crosa, Gavazza, R. Abatista, Ricco (25’ st Cosmano), Merenda, Casagrande, Musarra (15’ pt Giovannini), G. Abatista, Fornari. All. Visturino.
San Grato Ivrea: Bonfatti, Bregola (1’ st Serafin), Grosso, Filippetto, Martinallo, Francescato, Esposito (25’ st Carlisi), Corrente, Vecchini (1’ st Givogre), F. Rao, Chiarella. A disp. Natale, Rotella, Cardona, Boldrin. All. Perrone.

 

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RONDISSONE. Le commissioni devono essere pubbliche

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Sono bastate davvero poche righe stampate nero su bianco a zittire chi era convinto che avessero torto e marcio pure. Il Comitato civico per la difesa dell’acqua pubblica aveva ragione. Le commissioni consiliari sono sedute pubbliche a cui tutti i cittadini possono assistere. Alle commissioni Ambiente del 17 e del 31 marzo scorsi, che avevano per oggetto l’organizzazione della Giornata dell’Ambiente che si è svolta domenica pomeriggio, avevano il diritto di partecipare. A dirlo è stato il segretario reggente del difensore civico di Torino, Giorgio Musso, che mercoledì scorso ha risposto alle segnalazioni del gruppo dei cittadini rondissonesi guidato da Barbara Squillace, Giuseppe Tosetto e Rocco Perrone, impegnato ormai da più di un anno nella tutela dell’ambiente. “Il regolamento comunale prevede che le commissioni consiliari siano pubbliche salvo decisione autonoma della commissione consiliare”, così si legge nella lettera arrivata.

Sarà mia cura– scrive Musso- avvisare il presidente della commissione Ambiente del Consiglio comunale che, nel caso di prossima seduta, apra al pubblico la stessa riunione salvo decisioni contrarie motivate per la riservatezza di dati personali o di situazioni del tutto riservate”. Il Comitato, insomma, non potrà più essere costretto a fare marcia indietro di fronte a motivazioni che proprio non reggono. Lo scorso 17 marzo, i tre attivisti erano stati mandati via dalla seduta presieduta dal consigliere di minoranza Davide Cambursano con il “collega” Michele Biscotti e l’assessore Claudia Ghignone con la motivazione che lo Statuto comunale non prevedeva la presenza del pubblico. Fatto poi smentito sulle colonne del nostro giornale, che aveva riportato per filo e per segno gli articoli dello Statuto e del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) che invece sosteneva il contrario. La stessa situazione si era verificata nemmeno due settimane dopo. Durante la seduta del 31 marzo, i commissari si erano nuovamente incontrati per discutere sempre dell’ organizzazione della festa dell’Ambiente. Appoggiati questa volta dal sindaco Miriam De Ros, avevano ricevuto di nuovo un “no” con la giustificazione che per esser lì era necessario essere inviati.

Ma d’ora in poi non sarà più così. O almeno si spera.

 

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RONDISSONE. "Non paghiamo gli stipendi? Falso"

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Miriam De Ros
Sono voci allarmanti, tanto allarmanti quelle che negli ultimi giorni da Rondissone si sono diffuse in tutti i comuni limitrofi. Si parla di stipendi dell’ultimo mese non pagati ai dipendenti comunali, di un’indagine aperta da parte della Corte dei Conti, di un buco nelle casse comunali che si aggirerebbe intorno al milione di euro, di una denuncia inviata all’ex sindaco Franco Lomater. Si è anche arrivati a dire che il Comune è sotto commissariamento.
E invece? Invece nulla di tutto questo.
Lo dice  il sindaco Miriam De Ros.
Vorrei che venga scritto a caratteri cubitali– è la prima cosa che ha voluto sottolineare il primo cittadino- che lo stipendio ai dipendenti lo abbiamo pagato. Dire il contrario è una cosa assolutamente falsa, che non corrisponde alla realtà. Non capisco il motivo per cui sia stata detta questa cosa”. “Non c’è nessuna indagine in corso da parte della Corte dei Conti– continua-. I nostri funzionari stanno ricontrollando i conti dal 2009 fino ad oggi per la stesura del nuovo bilancio armonizzato”. È vero però che ci sarebbero alcuni problemi. “Si, potrebbe anche esserci un debito che potrebbe arrivare a toccare il milione di euro, ma il nostro comune vanta anche diversi crediti. Stiamo lavorando per far rientrare l’elusione fiscale. A breve avremo dei numeri certi e se saranno problemi non lo negheremo”. Di commissariamento, manco a parlarne. Di denuncia all’ex sindaco Lomater, idem. “Questa è un’altra falsità– sostiene De Ros-. Non ho sporto nessuna denuncia. Molte volte mi vengono attribuiti poteri che non ho. Non è compito mio fare queste cose. Se al termine dei conteggi verrà fuori qualcosa di anomalo saranno le sedi preposte ad occuparsi di eventuali denunce”.
 

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RONDISSONE. Lomater: "I miei bilanci erano a posto"

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Il sindaco Franco Lomater

Ho trascorso 25 anni della mia vita in amministrazione ed i miei bilanci consuntivi e preventivi sono sempre stati approvati con margine”. È sereno Franco Lomater mentre risponde alle accuse lanciate dal sindaco Miriam De Ros e dal suo vice Maurizio Martin la scorsa settimana. È tranquillo l’ex primo cittadino di Rondissone e comandante della Polizia Municipale di Verolengo nel dire che lui, con tutti i debiti del Comune, non c’entra nulla. È felice di poterlo dire pubblicamente, per sfatare ogni dubbio. “Appena ho sentito la notizia– spiega Lomater riferendosi alle voci che parlano di un debito di un milione di euro nelle casse comunali che risalirebbe al 2009- mi sono confrontato con il direttore generale che ha collaborato con me per diversi anni del mio mandato e m ha assicurato che nel mio operato non c’era niente che potesse causare del problemi del genere. Non capisco come possano dire una cosa del genere a fronte di bilanci approvati con certificazioni, verifiche, attestazioni del revisore del conti. E soprattutto, come possono dirlo a 7 anni di distanza? Sinceramente, se ci fosse stato qualcosa che non andava, ce ne saremmo accorti prima, ma molto prima ed il commissario sarebbe già venuto a bussare alla porta da un po’. Non capisco poi perché si riferiscano al 2009. Se pensano che ci siano delle questioni risalenti a quel periodo che dicano almeno di cosa si tratta. Che poi, in quell’anno, anche loro facevano parte dell’amministrazione”. Da notare infatti che, dal 2004 e proprio fino al 2009, accanto a Lomater sindaco ci fossero De Ros e Martin. Vice sindaco l’una, consigliere di maggioranza l’altro. “Da quello che ho capito io, nella stesura del nuovo bilancio di cassa di sono trovati con calo di disponibilità economica immediata. Evidentemente, nella stesura del piano, hanno sempre fatto affidamento, a torto, sull’utilizzo dei crediti inesigibili che, con il nuovo bilancio non possono più farlo. Erano soldi che essendo inesigibili non dovevano essere nemmeno presi in considerazione. Ecco che si sono trovati l’ammanco”. Secondo Lomater è la dimostrazione di una forte incapacità amministrativa. “Dopo vent’anni di amministrazione vedere un paese andare allo sfacelo dopo solo due mi rabbrividisce. Ed al posto di alzarsi le maniche e lavorare cosa fanno? attribuiscono la colpa a qualcun altro. Posso capire che il comune sia in difficoltà, è un momento delicato, tutti lo sono, ma se sei in crisi è giusto renderlo noto, motivarlo, trovare delle soluzioni e soprattutto limitare gli investimenti. E questa è una cosa che loro non hanno fatto. Li ho visti investire soldi per il rifacimento della sala consiliare, per i totem per la raccolta delle deiezioni canine. Ma se ci sono problemi sono cose che possono aspettare. E invece…”. E invece? “Invece adesso alzeranno le tasse alle stelle per rientrare e a rimetterci saranno solo e sempre i cittadini che già non pagano perché non ce la fanno più”. Un riferimento va anche alla gestione dell’acquedotto, passato sotto Smat un anno fa. “Naturalmente loro dicono il contrario, ma anche il passaggio in Smat ha contribuito a creare questa situazione. Prima con la gestone comunale, le tariffe erano più basse ma i proventi andavano al Comune. Era sempre un’entrata di 120 mila euro. E oggi anche quella non c’è più. Oltre a questo- conclude- vorrei capire cosa possa produrre un ammanco di un milione di euro….”.

 

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RONDISSONE. Incendio in un capannone di via Carpi

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Una coltre di fumo nero si è sprigionata in seguito ad un incendio all’interno di un capannone industriale in via Carpi, 45. E’ successo oggi pomeriggio, poco dopo le 16. Le fiamme hanno avvolto scarti di lastre in alluminio.  Sul posto stanno lavorando più squadre dei vigili del fuoco. Nell’area industriale è giunta anche la squadra del Nucleo Battereologico dei vigili del fuoco per i rilievi dell’aria. Al momento non ci sarebbero pericoli di inquinamento.

 

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RONDISSONE. Il Comune ad un passo dal crack: si spende più di quanto si incassa

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Miriam De Ros

Dobbiamo ringraziare il Santo Patrono di Rondissone se oggi siamo ancora qui”.

Il sindaco Miriam De Ros ha il viso tirato, mentre il segretario comunale Giorgio Musso predica “calma e sangue freddo”.

Sarà un’estate caldissima per il Comune di Rondissone, al di là dei picchi raggiunti dal termometro l’altro giorno in sala consiliare.

L’altra sera il Consiglio comunale ha infatti deliberato la presa d’atto di un disavanzo di amministrazione di 503 mila euro: un debito che il Comune ha maturato dal 2008 al 2014.

I consiglieri di maggioranza e minoranza sono stati chiamati a votare l’annullamento del conto consuntivo 2015 (seguirà nelle prossime sedute anche quello del bilancio di previsione 2015) per salvare l’ente dal dissesto finanziario.

Solo grazie ad un volo quasi pindarico tra leggi e leggine non è stato dichiarato il default.

Abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora”, sospirava il sindaco, di fronte a maggioranza ed opposizione.

Eccolo qui spiegato il mistero di cui da mesi si vociferava in paese e per cui era dal dicembre scorso che non si convocava il Consiglio comunale.

Avevamo chiesto aiuto al prefetto perché ci siamo trovati senza soldi in cassa – allarga le braccia De Ros -. Dopo il mio insediamento ho aperto un fido di 300 mila euro per pagare gli stipendi dei dipendenti e le fatture che erano state sollecitate al Comune. L’abbiamo polverizzato in due settimane. Ci siamo accorti subito che c’era qualcosa che non tornava. Il prefetto ci ha inviato un commissario ad acta che ha iniziato una minuziosa opera di controllo finanziario del Comune e ha evidenziato la situazione in cui ci troviamo oggi”.

Per farla breve, il Comune di Rondissone negli ultimi sei anni ha speso più di ciò che ha incassato e il risultato finale è che si ritrova con un meno 503 mila euro da inserire nel consuntivo.

A cui si aggiunge, ma questo è ancora in fase di accertamento e verrà discusso nel prossimo Consiglio, anche un debito fuori bilancio di 125 mila euro.

Com’è possibile tutto ciò?

Semplice, a sentire la spiegazione fornita dagli attuali amministratori.

A Rondissone, purtroppo, abbiamo una percentuale di evasione delle imposte comunali pari al 30 per cento, mentre nel resto d’Italia siamo all’8 circa – ha spiegato De Ros -. Tassa rifiuti, Tasi, Ici, Imu, acquedotto, affitti dei locali comunali: abbiamo crediti da recuperare per circa 300 mila euro. Abbiamo scoperto che ci sono cartelle affidate ad Equitalia che non sono state mai riscosse. E chi ci ha preceduto non ha fatto in modo che ciò venisse fatto. Negli anni si è lasciato passare il messaggio ai cittadini che si potessero non pagare le tasse: così oggi, faccio un esempio, ci troviamo con solo 70 mila euro di Tari incassata rispetto ai 130 mila che spettano al Comune. Dobbiamo fare un’attività di recupero crediti imponente e non sarà facile. Penso infatti al caso della Cooperativa Agorà che gestisce la casa di riposo: ci deve 160 mila euro ma, a quanto pare, ha difficoltà ad avere la liquidità a pagare gli stipendi. Oppure al fatto che nessuno paga il plateatico per il mercato almeno dal 2009. Per non dire dell’autogrill che deve al Comune 15 mila euro di acqua. Come faremo a recuperare questi soldi, non lo so. Ma a noi servono: il nostro Comune ogni anno paga 160 mila euro di rate di mutui, 250 mila euro di stipendi, bollette, luce, gas, tariffe del Ciss e di Seta, ecc… ecc… La situazione è grave”.

Sono stati commessi degli errori grossolani nello stilare il bilancio – ha aggiunto il sindaco -. Negli anni la Corte dei Conti ha più volte ammonito il Comune: guardate che state spendendo più di ciò che incassate, andate a recuperare. Ma niente, gli avvisi sono stati ignorati. Addirittura al conto consuntivo 2015 non è stato richiesto il parere del revisore dei conti: è un fatto di una gravità assoluta”.

Il Consiglio comunale, l’altra sera, ha preso atto dell’attuale situazione finanziaria ed ha votato la via, indicata dal segretario comunale per scongiurare il crack finanziario.

La legge ci permette di recuperare quei 503 mila euro in trent’anni – ha spiegato all’assemblea il segretario Musso -, recuperando 16 mila euro in più ogni anno. Nel frattempo è stata fatta una denuncia alla Corte dei Conti e c’è un’indagine in corso. La magistratura dovrà accertare eventuali responsabilità della situazione che si è venuta a creare”.

Intanto dal Comune stanno già partendo le prime lettere di recupero crediti indirizzate a cittadini ed associazioni.

 

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RONDISSONE. Smat sugli aumenti in bolletta: “meno del costo di un caffè al bar”

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smat

Egregio Direttore, ho letto con il consueto interesse l’edizione chivassese del suo giornale e mi è balzato all’occhio l’articolo a firma Antonia Gorgoglione sul presunto “salasso” operato da SMAT a danno degli Utenti di Rondissone: a tal fine ritengo necessario fare chiarezza sull’argomento.

L’applicazione da parte di SMAT delle tariffe approvate dall’Autorità d’Ambito ha portato a degli incrementi che possono apparire rilevanti in termini percentuali ma che nella realtà dei fatti sono oggettivamente contenuti.

In concreto: il consumo medio di un nucleo familiare composto da 4 componenti (2 genitori e 2 figli) pari a 500 litri al giorno (123 litri/persona/giorno) corrisponde ad una bolletta annuale di 146 euro per il servizio di acquedotto, fognatura e depurazione che significa un costo annuale a persona di 36,5 euro.

Rispetto ai 27,5 euro della precedente gestione comunale l’incremento pro-capite è di 75 centesimi di euro al mese: meno del costo di una tazzina di caffè al bar.

E’ altrettanto utile precisare che l’incremento tariffario, applicato a tutti i comuni della Città Metropolitana Torinese, è il risultato di un piano di investimenti per la realizzazione di nuove opere idriche e l’ammodernamento degli impianti e delle reti esistenti: in particolare per il Comune di Rondissone è previsto un piano di interventi di 700.000 euro.

In merito al caso riportato dalla giornalista, posso assicurare che il significativo incremento della bolletta è quasi certamente dovuto ad una abbondante perdita idrica che ha fatto lievitare il consumo da 350 a 900 litri al giorno, per cui è già stato caldamente raccomandato all’Utente di far eseguire al più presto un’indagine sul proprio impianto alla ricerca della fuga, confermandogli che – a valle dell’avvenuta riparazione è possibile richiedere il riconteggio della bolletta, sgravandola per quei servizi (fognatura e depurazione) in parte non utilizzati.

Infine, per quanto riguarda la lamentata errata applicazione della tariffa agevolata, si segnala che la

quota agevolata di 85 metri cubi è riferita ai consumi di un anno; poiché la bolletta esaminata è semestrale la

quota agevolata è stata applicata per il 50%.

Si conferma, comunque, che a tutela degli interessi dell’Utente è a disposizione il Garante, dal lunedì al

venerdì, presso la sede centrale di c.so XI Febbraio (tel. 011 4645555 e-mail garante@smatorino.it).

L’Amministratore Delegato

Ing. Paolo ROMANO

 

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RONDISSONE. Casa di riposo: “Ora parliamo noi”

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Miriam De Ros

Hanno suscitato reazioni da una parte e dall’altra gli articoli su La Rondinella, la residenza per anziani di Rondissone  pubblicati su questo giornale la scorsa settimana e anche nei mesi scorsi. Il sindaco Miriam De Ros e la cooperativa che gestisce la struttura, Agorà d’Italia  hanno preso carta e penna in mano per raccontare e chiarire la situazione in cui versa la casa di riposo – da mesi i dipendenti lamentano il mancato pagamento degli stipendi – e le soluzioni che verranno adottate.

Ecco cosa ci hanno scritto.

IL SINDACO MIRIAM

DE ROS

Sin dal 2013 la Cooperativa “L’Agorà d’Italia” , che dal 2007 gestisce la Casa di riposo “La Rondinella” di Rondissone, presenta difficoltà nei pagamenti degli stipendi dei propri Soci e l’arretrato si è sempre attestato su un ritardo di tre mesi. Il Comune, che ha con l’Agorà un contratto d’affitto della struttura, ha più volte usato la propria influenza per sanare questa incresciosa situazione supponendo una situazione di cassa della Cooperativa difficile e tenendo altresì ben presente le difficoltà oggettive dei Soci lavoratori. La condizione a tutt’oggi continua a protrarsi e i Soci hanno proceduto, con il sostegno dei Sindacati, ad attivare ingiunzioni di pagamento. L’amministrazione comunale di contro ha scoperto nel febbraio 2016, a seguito di lunghe e difficoltose indagini ostacolate nei modi più irregolari, che dal 2010 l’Ufficio di Ragioneria non aveva più effettuato le compensazioni annuali con la Cooperativa Agorà, compensazioni che consistevano nella richiesta di pagamento della quota d’affitto della Cooperativa dal quale si andavano a scalare le quote dei pasti dei tre ordini di scuola e altre spese. La ricostruzione di queste mancate compensazioni, è stata oltremodo lunga in quanto si sono dovuti riordinare centinaia di fatture, lavoro che ha impegnato per molto tempo il Commissario Prefettizio e il Revisore dei Conti. Da ciò è emerso che il Comune ha un credito di ben 191 mila euro con l’Agorà, credito inserito nel Bilancio 2016 e anche nel Fondo dei crediti di dubbia esigibilità visti i mancati versamenti da parte della Cooperativa.

Bisognava compensare e riscuotere anno per anno non giungere a questa situazione.

E’ ovvio che detta, cifra in questa delicata situazione di bilancio, servirebbe all’Amministrazione che invece deve procedere al recupero del credito con ingiunzioni e/o piani di rientro ecc… augurandosi che questi non presentino  le stesse difficoltà come quelle emerse per il pagamento degli stipendi ai Soci lavoratori.

La scadenza del contratto con la Cooperativa è prevista per il 17 settembre 2016 e la situazione da affrontare è la seguente:

prorogare per una serie di mesi (31/12/2016) il contratto con l’Agorà che è obbligata ad accettare su richiesta dell’Ente alle stesse condizioni economiche previste dal contratto; realizzare una gara pubblica previa indagine di mercato e affidare ad un’altra Ditta o Cooperativa la gestione temporanea della struttura in attesa di perfezionare un altro appalto di lunga durata, non avendo però la certezza di mantenere inalterata la condizione economica attuale riguardo all’affitto anche perché in questo periodo di crisi, i canoni di locazione hanno subito notevoli ribassi.

L’Amministrazione sta ponderatamente valutando le due opzioni ed entro brevissimo tempo assumerà una decisione.

Per quel che concerne invece il nuovo appalto, vista la riluttanza della Cooperativa Agorà a proporsi nonostante le sollecitazioni, una diversa Cooperativa si sta proponendo con un project financing che permetterebbe l’ampliamento della casa di riposo rendendola decisamente più concorrenziale sul mercato.

Quanto per esigenza di chiarezza”.

Miriam De Ros

LA COOPERATIVA

AGORA’ D’ITALIA

In merito alle affermazioni riportate tra virgolette e attribuite al Sindaco Miriam De Ros, ci appare del tutto fuorviante la cifra indicata come da noi dovuta a titolo di affitto, in quanto non contenente lo storno delle fatture che devono essere pagate dall’Amministrazione comunale alla nostra cooperativa. Abbiamo indicato al Comune un piano di rientro del debito e, conseguentemente, abbiamo già versato la prima rata, portando il debito stesso alla cifra di 56.149 euro, ben lontana dal 160.000 dei quali parla il Sindaco, secondo quanto riferito nell’articolo. Per quanto riguarda il pagamento degli stipendi, fermo restando il ritardo accumulato nel tempo a causa delle difficoltà di liquidità dovute essenzialmente, come correttamente riportato dall’articolo, ai ritardi dei pagamenti da parte dei fornitori, situazione questa che è purtroppo generalizzata e che sta causando analoghi problemi a molte strutture del consorzio L’Agorà d’Italia nonostante la solidità di portafoglio ordini, non ci sono stati elementi nuovi di preoccupazione nelle ultime settimane. Un dato infine, che smentisce che la difficoltà delle struttura siano aumentate nel 2016, a seguito anche delle citate dimissioni del suo responsabile: in questo momento la residenza, con 21 ospiti ai quali si sommano i cinque del centro diurno, ha raggiunto il limite della capienza, un numero ben superiore ai 16 che erano stati toccati nella precedente gestione; ciò dimostra l’accresciuta qualità dei servizi offerti, con conseguente apprezzamento da parte degli ospiti. Pur rispettosi della volontà e delle decisioni che l’Amministrazione Comunale vorrà assumere, quindi, ci teniamo a ristabilire l’esatto quadro della situazione per non fornire ai lettori e, di conseguenza, ai cittadini dati che non corrispondono alla realtà dei fatti”.

L’Agorà d’Italia

Cooperativa Sociale

Consortile

 

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RONDISSONE. “Rinunciamo all’indennità per 30 anni”

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Ha chiesto di rinunciare al gettone di presenza e alle indennità di carica per ben trent’anni i consiglieri di minoranza Nicola Sgherzi e Davide Carburano.

Durante il Consiglio comunale della scorsa settimana, i due amministratori, dai banchi dell’opposizione, hanno presentato una mozione al sindaco Miriam De Ros ed alla sua maggioranza.

E’ nota a tutti – è l’esordio di Carbursano – la situazione fallimentare del comune di Rondissone. Sappiamo del disavanzo di 472 mila euro e del debito fuori bilancio di 125 mila. Ritengo che sia eticamente poco morale far ricadere gli errori sui cittadini quindi chiedo a tutti noi di rinunciare alle indennità di carica ed ai gettoni di presenza per i prossimi 30 anni. Se non posso vincolare gli amministratori che verranno dopo di noi, chiedo almeno di farlo a tutti noi fino a quando saremo in carica”.

Anche questa amministrazione ha delle responsabilità di questo debito – ha continuato il collega Sgherzi -. Soprattutto per tutto quello che fa riferimento agli ultimi due anni di amministrazione. I problemi con la cooperativa Agorà, ad esempio. Nel 2014 e 2015 non è stato richiesto il pagamento di nulla da parte di nessuno. Rinunciando a questi soldi, per trent’anni otteniamo un risparmio di circa 400 mila euro, potremmo quasi pareggiare il disavanzo”.

Se i consiglieri di maggioranza accetteranno o meno lo si saprà fra qualche tempo, quando si verrà a sapere chi, e soprattutto se, avrà presentato la domanda di rinuncia agli uffici del Comune.

Anche se le mani sollevate all’unanimità da tutti e undici i membri del Consiglio comunale fa pensare che la mozione ottenrrà il risultato sperato.

Gli amministratori dovranno infatti rilasciare una dichiarazione scritta con la rinuncia a recepire i compensi. Che per il sindaco ammontano a 956,58 euro lordi al mese – dimezzati perchè lavoratrice dipendente -, per il vice sindaco Maurizio Martin a 191,32 ed a 143,46 euro mensili per l’assessore  Claudia Ghignone.

Fissati a 9,76, invece, i gettoni di presenza dei consiglieri.

 

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RONDISSONE. La maga Pinna: “Io vi avevo avvisati…”

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maga pinna

Dalla scomparsa e ritrovamento di Elena Ceste – “So che fine ha fatto quella donna” – fino all’omicidio Capasso – era il 1994 – la chiromante di Rondissone Claudia Pinna continua a mettere in fila una previsione azzeccata dietro l’altra.

La maga delle maghe, che ogni inizio d’anno dalle pagine di questo giornale fa le previsioni per i mesi a venire attesissime da tutti i chivassesi, continua a lasciare tutti a bocca aperta.

Per chi non la conoscesse ancora, Claudia Pinna non è una maga come le tante di cui si sente parlare in giro.

Lei ha qualcosa in più. Forse per la sua devozione totale alla Madonna, chissà.

E’ anche per questo che è arrivata a collaborare con alcuni magistrati romani per risolvere importanti casi di cronaca nazionale oppure a dare la propria “consulenza” ad atleti italiani di fama internazionale, come il vercellese Giovanni Pellielo, campione di tiro a volo.

Neanche dieci mesi dopo le ultime, le sue previsioni del 2016 sono già quasi tutte “prese”.

Dagli scandali che hanno investito il calcio scommesse alle vicissitudini post elezioni del Movimento 5 Stelle. Passando per la morte di personaggi famosi come Bud Spencer e Mohamed Alì, Gianroberto Casaleggio e Gianluca Bonanno.

Per non dire dell’incidente ferroviario in Puglia, del terremoto del 24 agosto scorso nel centro Italia o dell’attentato alla Casa Bianca del 20 maggio, di cui pochi giornali e televisioni hanno dato notizia.

Mi spiace per tutta quella povera gente colpita dal terremoto, prego sempre per loro”, confida al telefono la maga.

E succederanno ancora tante cose in questi mesi che ci separano dalla fine dell’anno – conclude -. Una tra tante? La delusione verso il Movimento 5 Stelle, che continuerà ancora…”.

 

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RONDISSONE. Tir pirata travolge auto e uccide due persone

RONDISSONE. Fermato il tir pirata, arrestato l’autista

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È stato fermato a Villarboit (Vercelli), il tir pirata che ha ucciso marito, moglie e ferito tre bimbi nell’incidente stradale avvenuto poco dopo la barriera di Rondissone in A4. E’ un camionista di origine slovacche, arrestato dalla Polizia Steadale di Novara Est. Era visibilmente ubriaco. I morti sono due marocchini residenti a Torino.

 

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RONDISSONE. Tir travolge auto su A4, neonato è in prognosi riservata

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E’ ricoverato in terapia intensiva, in prognosi riservata, la bimba di pochi mesi ferita con i due fratellini di 3 e 5 anni nell’incidente stradale in cui ieri sera sono morti i genitori. Nell’incidente, provocato da un tir che ha travolto l’auto della famiglia al casello di Rondissone dell’autostrada Torino-Milano ed è fuggito, ha riportato un grave trauma cranico e un trauma epatico, oltre alla frattura di un femore. Sono invece sotto osservazione nel reparto di chirurgia i fratelli, che nello schianto hanno riportato vari traumi ma non sono in pericolo di vita.
Le vittime dell’incidente sono Chouifi El Mostafa, 39 anni, e la moglie Rharif Nora, 30 anni. Il tir ha travolto l’auto, una Fiat Idea, e l’ha trascinata per circa 200 metri prima di proseguire la sua folle corsa in direzione Milano. La polizia stradale lo ha fermato a Villarboit (Vercelli), dopo 40 chilometri. L’autista, uno slovacco, è in stato di fermo. Agli agenti che lo hanno fermato, e che lo hanno sottoposto ai primi esami per verificare l’eventuale abuso di alcol o di altre sostanze, è parso in stato confusionale.

 

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RONDISSONE. Tir travolge auto: autista ubriaco, non si è accorto nulla

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E’ stato arrestato per duplice omicidio, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza il camionista che ieri sera, sull’autostrada A4 Torino-Milano, alla barriera di Rondissone, ha travolto due auto provocando al morte di due persone. Emil Volfe, 63 anni, originario della Repubblica Slovacca, è ora in carcere a Vercelli. E’ stato fermato dalla polizia stradale alla stazione di servizio di Villarboit, sulla A4. Non si era nemmeno accorto di aver travolto due auto alla barriera di Rondissone. Sulla dinamica dell’incidente sono in corso gli accertamenti delle procure di Ivrea e Vercelli. Se ne occupano i sostituti procuratori Lamonaca e Alvino.

 

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