
“Dobbiamo ringraziare il Santo Patrono di Rondissone se oggi siamo ancora qui”.
Il sindaco Miriam De Ros ha il viso tirato, mentre il segretario comunale Giorgio Musso predica “calma e sangue freddo”.
Sarà un’estate caldissima per il Comune di Rondissone, al di là dei picchi raggiunti dal termometro l’altro giorno in sala consiliare.
L’altra sera il Consiglio comunale ha infatti deliberato la presa d’atto di un disavanzo di amministrazione di 503 mila euro: un debito che il Comune ha maturato dal 2008 al 2014.
I consiglieri di maggioranza e minoranza sono stati chiamati a votare l’annullamento del conto consuntivo 2015 (seguirà nelle prossime sedute anche quello del bilancio di previsione 2015) per salvare l’ente dal dissesto finanziario.
Solo grazie ad un volo quasi pindarico tra leggi e leggine non è stato dichiarato il default.
“Abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora”, sospirava il sindaco, di fronte a maggioranza ed opposizione.
Eccolo qui spiegato il mistero di cui da mesi si vociferava in paese e per cui era dal dicembre scorso che non si convocava il Consiglio comunale.
“Avevamo chiesto aiuto al prefetto perché ci siamo trovati senza soldi in cassa – allarga le braccia De Ros -. Dopo il mio insediamento ho aperto un fido di 300 mila euro per pagare gli stipendi dei dipendenti e le fatture che erano state sollecitate al Comune. L’abbiamo polverizzato in due settimane. Ci siamo accorti subito che c’era qualcosa che non tornava. Il prefetto ci ha inviato un commissario ad acta che ha iniziato una minuziosa opera di controllo finanziario del Comune e ha evidenziato la situazione in cui ci troviamo oggi”.
Per farla breve, il Comune di Rondissone negli ultimi sei anni ha speso più di ciò che ha incassato e il risultato finale è che si ritrova con un meno 503 mila euro da inserire nel consuntivo.
A cui si aggiunge, ma questo è ancora in fase di accertamento e verrà discusso nel prossimo Consiglio, anche un debito fuori bilancio di 125 mila euro.
Com’è possibile tutto ciò?
Semplice, a sentire la spiegazione fornita dagli attuali amministratori.
“A Rondissone, purtroppo, abbiamo una percentuale di evasione delle imposte comunali pari al 30 per cento, mentre nel resto d’Italia siamo all’8 circa – ha spiegato De Ros -. Tassa rifiuti, Tasi, Ici, Imu, acquedotto, affitti dei locali comunali: abbiamo crediti da recuperare per circa 300 mila euro. Abbiamo scoperto che ci sono cartelle affidate ad Equitalia che non sono state mai riscosse. E chi ci ha preceduto non ha fatto in modo che ciò venisse fatto. Negli anni si è lasciato passare il messaggio ai cittadini che si potessero non pagare le tasse: così oggi, faccio un esempio, ci troviamo con solo 70 mila euro di Tari incassata rispetto ai 130 mila che spettano al Comune. Dobbiamo fare un’attività di recupero crediti imponente e non sarà facile. Penso infatti al caso della Cooperativa Agorà che gestisce la casa di riposo: ci deve 160 mila euro ma, a quanto pare, ha difficoltà ad avere la liquidità a pagare gli stipendi. Oppure al fatto che nessuno paga il plateatico per il mercato almeno dal 2009. Per non dire dell’autogrill che deve al Comune 15 mila euro di acqua. Come faremo a recuperare questi soldi, non lo so. Ma a noi servono: il nostro Comune ogni anno paga 160 mila euro di rate di mutui, 250 mila euro di stipendi, bollette, luce, gas, tariffe del Ciss e di Seta, ecc… ecc… La situazione è grave”.
“Sono stati commessi degli errori grossolani nello stilare il bilancio – ha aggiunto il sindaco -. Negli anni la Corte dei Conti ha più volte ammonito il Comune: guardate che state spendendo più di ciò che incassate, andate a recuperare. Ma niente, gli avvisi sono stati ignorati. Addirittura al conto consuntivo 2015 non è stato richiesto il parere del revisore dei conti: è un fatto di una gravità assoluta”.
Il Consiglio comunale, l’altra sera, ha preso atto dell’attuale situazione finanziaria ed ha votato la via, indicata dal segretario comunale per scongiurare il crack finanziario.
“La legge ci permette di recuperare quei 503 mila euro in trent’anni – ha spiegato all’assemblea il segretario Musso -, recuperando 16 mila euro in più ogni anno. Nel frattempo è stata fatta una denuncia alla Corte dei Conti e c’è un’indagine in corso. La magistratura dovrà accertare eventuali responsabilità della situazione che si è venuta a creare”.
Intanto dal Comune stanno già partendo le prime lettere di recupero crediti indirizzate a cittadini ed associazioni.
The post RONDISSONE. Il Comune ad un passo dal crack: si spende più di quanto si incassa appeared first on Giornale La Voce.